
Il WMB è stato molto di più di un evento
Riassumere cosa sia stato il Women Motor Bootcamp potrebbe essere quasi facile.
Ripensando a quei tre giorni, o semplicemente guardando le moltissime foto scattate dalle
partecipanti e dai fotografi presenti, dalla posa all’attimo rubato, emerge prepotentemente un
denominatore comune: un sorriso raggiante, esagerato. A me piace definirlo universale.
La cosa difficile forse da cogliere dalle sole foto è come si possa far nascere un’energia positiva così grande in tante persone, che invada e pervada chiunque, non solo in quei momenti e in quei luoghi, ma che ancora ritorni nelle vite e nei racconti di chi ha partecipato.
Si tratta di una coincidenza non casuale di fattori, che hanno generato una reazione chimica
esplosiva: quattrocento donne con una irrefrenabile passione per i motori e per le due ruote,
dall’Italia e non solo, si sono ritrovate assieme, tra moto, macchine e aerei; una festa nata da
un’idea - forte, potente e geniale - di tre ragazze, con una tenacia e una determinazione
incredibile, che hanno poi trovato il supporto di molte persone. Una festa delle donne, per sole donne, “da donne”.
Questa è un’altra delle parole che mi piace usare per definire il WMB, perché di solito è utilizzata per distinguere, per tenere delle cose separate e tendenzialmente etichettarle, molto spesso in negativo. Invece in questo caso - e non dovrebbe rimanere confinato qui a parer mio - ha avuto la potenza di distruggere quella silenziosa e opprimente barriera, smettendo di significare discrimine, differenza e affermando un’identità, in un campo così particolare per il mondo femminile quale è quello dei motori.
Il grande ostacolo per gli ambiti che nell’immaginario comune sono prettamente maschili, è che si pensi che le cose vadano fatte solo ed unicamente in un modo, altrimenti non si è adatti, capaci o portati. Invece ho visto donne che si prendevano campo, che si lanciavano, che sapevano mettere grinta ed eleganza assieme, delicatezza e determinazione, il trucco sotto il casco e la maschera per saldare.
Abbiamo preso possesso del gioco e fatto le cose a modo nostro ed è stata, secondo me, una delle più grandi vittorie. Nessuna di noi ha cercato di seguire, compiacere, ascoltare altro o altri ed ha trovato o ritrovato sé stessa, più forte di prima.
A questo punto viene da sé perché del WM Bootcamp tutti ricordano sopra a tutto un sorriso,
universale.
Alice Ballestra (partecipante WMB)